Frank Dicksee, La Belle Dame Sans Merci. Oil on canvas. Bristol Museum and Art Gallery. United Kingdom. |
C'era una volta, in una valle incantata
una dolce Principessa addormentata.
Non per magia o stregoneria di sorta
al bel mondo avea chiuso la bella la porta.
Ma per ferita di vita s'era tanto attristata
da cader pian piano addormentata.
Può la tristezza sui sensi ritorta
donar sembianze e apparenze di morta?
Giungeva impaziente da terra straniera
un destriero elegante dall'oscura criniera.
Di scatto, al galoppo veniva lanciato
fiero e possente al passo guidato
dai modi decisi, d'antica maniera,
d'un Cavalier ch'avea per stemma Chimera.
Destriero imponente, dal manto dorato,
dal lucido crine sul secco selciato.
Era nel vecchio castello imprigionata
dalla tristezza la Principessa addormentata.
Ricama, dipinge, s'intreccia i capelli,
le dita s'adorna di splendidi anelli.
Legge nei libri la vita agognata
ma nel suo cuore soltanto sognata.
Né seta d'oriente né nastri e gioielli
le donan sorrisi né uomini belli.
Da lande lontane in cui il freddo dimora
da nebbie e tempeste in cui il cielo scolora
il Cavaliere avanza con sguardo assetato
d'un luogo diverso, dal sole baciato.
Ferita si porta nel cuore signora
d'una fanciulla ingrata bruciante finora.
Stanco, deluso, triste, annoiato
il giovane uomo non più innamorato.
Melanconia di gesti, felicità negata
la Principessa aveano addormentata.
Mesto il ricordo, ardente il dolore,
avea rinchiuso in una pietra il cuore,
decisa a morir nella torre merlata
piuttosto che viversi fredda e sbagliata,
eppur sognando sconosciuto autore
potesse un dì ridonarle calore.
Pioggia battente, gelida notte,
al castello giunse, dopo tragiche lotte
il Cavalier sul suo destriero ombrato
chiedendo d'esser al riparo ospitato.
Cena regale, pietanze sì ghiotte
un caldo giaciglio ove passar la notte
vennero offerti all'eroe disarmato
e al suo destriero dal passo felpato.
Sorrisi e parole, nella sala adornata,
la Principessa aveano affascinata.
Sguardo gentile, Cavalier presente,
d'atteso coraggio e d'onor rilucente.
Ma una vena triste avea pur notata
negli occhi di lui la Principessa desolata.
Ciascuno un destino, a tratti dolente,
nell'animo inquieto, nel cuore struggente
ricordava la vita che le era stata strappata
e a lui rammentava la donna lasciata.
Fragile aspetto, improvviso dolore,
la Principessa sentì una fitta nel cuore.
La mano di lui s'un fianco posata
per sostenerla in quella notte angosciata.
Un abbraccio gentile, uno strano calore,
le guance soffuse d'un leggero rossore,
da baci, carezze, da labbra adorata
la Principessa s'era risvegliata.
Notte d'incanto, di stelle offuscate
da gesti e parole per nulla scontate
da un fuoco inatteso, ormai divampato,
il Cavalier sorride nel sogno fatato.
Risuonano lente le ore scoccate
i dolci sospiri, le mani intrecciate.
S'inarca il silenzio, d'un gemito alato,
s'un corpo perduto, che sia ritrovato?
Scomparsa la pioggia, la notte passata
ritorna la luce nella valle incantata.
Si scambiano lenti un sorriso sincero
la Principessa e il giovane uomo straniero.
Nessuna parola, promessa avventata
racchiudono il senso di quella giornata.
Richiama impaziente l'oscuro destriero
il giovane eroe dal vecchio maniero.
Sellato il cavallo, il mantello indossato
s'appresta a partire il guerriero rinato.
Negli occhi ha il suo volto, la bocca rosata,
il profumo fremente della pelle baciata.
Racchiuso nel cuore quell'uomo trovato
in una notte di vento gelato,
ritorna al castello e alla torre merlata
la Principessa ormai risvegliata...
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