Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

sabato 19 maggio 2012

Ora come allora

Foto: la Repubblica

Mi sono svegliata in un mattino di sole e ho trovato la mia terra bagnata di sangue, ora come allora, come quando ero bambina e in una notte d'inverno suonò il campanello della morte. Ora come allora, quando si sparava per le vie del centro, in mezzo a chi voleva solo passeggiare e vivere la propria giovinezza. Ora come allora, quando non si sapeva se al ritorno da una serata in pizzeria avresti dormito nel tuo letto o all'obitorio. Ora come allora, senza un motivo, senza un senso che ti dica perché tu non abbraccerai mai più un amico, un parente, qualcuno che amavi. 
Il dolore è un'onda lunga che attraversa gli anni ed esplode in un mattino di maggio, quando rivedi la stessa incredulità, lo stesso sgomento, lo stesso strazio che hai sentito sulla tua pelle e visto accendersi nello sguardo di chi amavi in quel lontano novembre. E sai che non sarà mai più come prima. E sai che non rivedrai più i suoi occhi e il suo sorriso. Senza un perché, senza un conforto, senza ragioni, in un dolore senza fine. 
Ricordo un vecchio accartocciarsi sui suoi anni, senza un grido, senza forze, abbattuto dall'onda d'urto di una parola, "morte", accostata al nome di suo figlio. Ricordo il silenzio, quello che annienta l'anima, una notte inchiodata di stelle e l'incapacità di comprendere il male. Ricordo ogni cosa, ora come allora, e ho solo lacrime davanti a tutto questo e nient'altro...

Restano soltanto le vite spezzate e il tormento dei vivi.

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2 soffi di vento:

  1. Ma allora quando?
    Noi siamo un po' giovani, mi pare.
    O no?

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    Risposte
    1. Io avevo 12 anni e quel novembre del 1991 non lo dimenticherò mai. Nemmeno il campanello che squillò a mezzanotte.
      Dalle mie parti gli anni 90 sono stati terribili, sparavano persino sul lungomare in pieno giorno. Anarchia pura, bestialità, follia.

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