Mi manca il tuo sorriso, il modo in cui mi accarezzavi i capelli.
Mi mancano i tuoi occhi blu, immersi nelle profondità del tempo, a scandire emozioni e ricordi sbiaditi.
Mi manca la tua voce dal dolce accento marchigiano e le parole che si legavano alle immagini che io, bambina, cucivo nel quaderno della memoria.
Mi mancano le tue mani, che trafficavano il legno e inventavano storie.
Mi manca il tuo profumo, che ogni tanto ritorno a sentire in quel cassetto ricoperto di polvere.
Mi mancano i tuoi occhi blu, immersi nelle profondità del tempo, a scandire emozioni e ricordi sbiaditi.
Mi manca la tua voce dal dolce accento marchigiano e le parole che si legavano alle immagini che io, bambina, cucivo nel quaderno della memoria.
Mi mancano le tue mani, che trafficavano il legno e inventavano storie.
Mi manca il tuo profumo, che ogni tanto ritorno a sentire in quel cassetto ricoperto di polvere.
Non ho perduto la capacità di stupirmi e di scoprire cose diverse, da quando mi hai trasmesso la tua voglia di conoscere il mondo e di guardarlo sempre con occhi nuovi.
Non ho perduto il senso di solitudine e silenzio, che accompagnavano i tuoi giorni lontano da me.
Non ho perduto la fantasia e il gusto di ascoltare le storie, fin da quando i tuoi racconti di vita si sono impressi dentro di me, come incisi nel legno.
Non ho perduto il sorriso e la malinconia, che vedevo scolpiti su di te, da tempo immemorabile.
Quel che mi hai lasciato è un'eredità d'Amore che va oltre gli anni e gli eventi.
Quel che mi hai lasciato è ciò che ha fatto di me la donna che sono diventata.
Quel che mi hai lasciato è una piccola rosa bianca tra le mani, che fiorisce nel giorno in cui sei nato tu e che torna, ogni maggio, a donarmi quell'abbraccio che tanto mi manca, mio dolcissimo nonno...
Nonno materno, suppongo
RispondiEliminaPace e bene
Fracatz... come hai fatto???
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