Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie.
La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico.
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La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. Essi sono più felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la sensazione che nella sala della loro vita si siano spente le luci. Succede, una volta o l'altra, quasi a tutti. Le persone della seconda categoria, invece, quegli sguardi riescono a procurarseli sempre.
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C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria. Una volta o l'altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio.
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E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.
Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere
quel libro ha assorbito molte lacrime...
RispondiEliminabellissimo.
Quel libro ha scandito un pezzo della mia strada, è capitato in un momento magico e fondamentale, mi ha attraversato l'anima, si è fatto leggere per donarmi una consapevolezza nuova sul caso e le coincidenze... ha avuto la sua parte nel trasformare una serie di coincidenze in una realtà che vivo e che mai avrei immaginato di sentire e respirare così intensamente...
RispondiEliminaSono d'accordo con te... bellissimo... e anche oltre...
Tu a quale categoria appartieni?
RispondiElimina;-)
... alla terza, ovviamente...
RispondiElimina;-D
Tu?
Libro fondamentale
RispondiEliminaNiko
io appartengo alla 4rta.
anvedi che gnoccolona.
RispondiEliminaEhhhhhhhh, quando ero ccciofane!!!
EliminaBuffo, non mi ricordo per niente questa citazione. Eppure avrebbe dovuto destare la mia attenzione. Bel libro, mi piacque, così come il film, col mio fidanzato finché morte non ci separi.
RispondiEliminaConcordo, è assai gnocca.
Il fidanzato si chiamava "finché morte non ci separi"?
EliminaNo, è il mio fidanzato finché campo! Ma Daniel non lo sa!
EliminaAh, ok, così sì che ha un senso!
Eliminama perché siamo capitate qui?
RispondiEliminacomunque concordo, gnocca... ma che sguardo è il tuo qui? ;-)))
in realtà scrivo qui perché non saprei dove altro...ma la foto attuale del tua avatar? vabbè che sono poc empatica e assente, ma mi son persa un passaggio?
rane
Ci siete capitate perché a volte gli affezionati vanno a rileggere vecchi post.
EliminaUhhhhhhhhhhhh, beh, sì, lì ero gnocca. Mi ricordo la serata passata fuori con la mia amica Gigin e poi la sera alle due, ancora un po' brilla per la birra, mi metto sul letto a scattar foto, prima ancora che i selfie andassero di moda (sia messo agli atti!). Tempi spensierati, eh! Gioventù passata.
Il nuovo avatar è una foto a cui sono molto affezionata, perché abbraccio un amore di bimba, la figlia della mia amica Gigin di cui sopra.
Non ti sei persa nessun passaggio, ranetti, tranquilla ;-)