Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

domenica 22 marzo 2009

Salvezza dalla comprensione



Mi chiedi in quale modo io sia divenuto folle. Accadde così: Un giorno, assai prima che molti dèi fossero generati, mi svegliai da un sonno profondo e mi accorsi che erano state rubate tutte le mie maschere - le sette maschere che in sette vite avevo forgiato e indossato -, e senza maschera corsi per le vie affollate gridando "Ladri, ladri, maledetti ladri".
Ridevano di me uomini e donne, e alcuni si precipitarono alle loro case, per paura di me.
E quando giunsi nella piazza del mercato, un giovane dal tetto di una casa gridò: "È un folle". Volsi gli occhi in alto per guardarlo; per la prima volta il sole mi baciò il volto, il mio volto nudo. Il sole baciava per la prima volta il mio viso scoperto e la mia anima avvampava d'amore per il sole, e non rimpiangevo più le mie maschere. E come in trance gridai: "Benedetti, benedetti i ladri che hanno rubato le maschere".
Fu così che divenni folle.
E ho trovato nella follia la libertà e la salvezza: libertà dalla solitudine e salvezza dalla comprensione, perché quelli che ci comprendono asserviscono qualcosa in noi.
Ma che io non mi vanti troppo di essere in salvo. Anche un Ladro in un carcere è salvo da un altro ladro.

Kahlil Gibran, Il folle

1 soffi di vento:

  1. Non conoscevo quest'opera di Gibran, ma l'estratto che ho appena letto sul tuo blog mi ha dato la stessa sensazione meravigliosa di quando lessi "Il Profeta" e "Il giardino del Profeta". Me lo procurerò presto! Il tema della maschera fa pensare a Pirandello, ma l'esito, per lo meno da quanto si legge qui, è completamente opposto: sotto le maschere continua ad esserci qualcosa di unico ed autentico! Mi intriga - Yhwh, se mi intriga!

    Una passante...

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