Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

martedì 31 luglio 2012

Un arcobaleno per L.

Albert Bierstadt, After The Shower. Oil On Board. Private collection

L. ha un sorriso bellissimo e una dolcezza disarmante. L. manda lunghe mail piene di faccine e cuoricini e arcobaleni e non puoi non sorridere e leggervi tra le righe un entusiasmo contagioso. L. ha una sorella che è uno scricciolo capace di tirar fuori una forza che non ti aspetteresti da una donnina così minuta. L. sorride e non perde la speranza anche quando tutto diventa difficile. E adesso tutto è diventato difficile. 
L. ha la dignità e la fiducia di chi vive sulla propria pelle l'ingiustizia di una malattia frutto dell'arroganza degli uomini che, in nome del profitto, hanno stravolto l'ambiente. Ma L. non è solo la sua malattia. L. è innanzitutto una persona. L. è una persona che ha il diritto di vivere e di autodeterminarsi. L. ha anche il dovere di vivere per tutte le persone che le vogliono bene. 
L. non si arrende, ma non può farcela da sola. L. potrei essere io, potrebbe essere ciascuno di noi, potrebbe essere un nostro caro, un nostro vicino di casa, un nostro amico. In L. c'è un pezzetto di quell'umanità sofferente che non merita indifferenza, ma solo rispetto e cura. Perché ciascun essere umano ha in sé una scintilla del divino. Perché ciascun essere umano ha pari dignità di un altro di vivere in un ambiente che non lo consumi poco a poco, nel dolore e nella solitudine. Perché un piccolo dono può cambiare la vita di una persona che si sta spegnendo.
Per questo vorrei chiedere un gesto di solidarietà a voi che passate tra queste pagine. Un gesto per rinnovare  quel patto di umanità che ci lega indissolubilmente gli uni agli altri. Credo nella fratellanza tra gli uomini, credo nell'amore in tutte le forme in cui si manifesta, credo nella possibilità della condivisione e nel diritto a vivere dignitosamente.
L. è mia amica e mi piacerebbe un giorno poterla incontrare, abbracciare e ridere insieme a lei, ricordando che il peggio è passato e che il futuro non è una nuvola gonfia di pioggia, ma un arcobaleno pieno di speranza.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Chi volesse aiutare L. ad avere una possibilità di farcela può dare il suo contributo attraverso una donazione sul c/c postale n. 1005553969 intestato a COMUNE DI GUIDONIA MONTECELIO SERV. TES.AREA V POLIT.SOC.E SANITA'  con causale "Fondo Solidarietà L.S.".



-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Il bene compiuto così, quasi controvoglia, quasi con vergogna e rimorso, è puro. Ogni bene assolutamente puro sfugge interamente alla volontà.

Simone Weil, L'ombra e la grazia

domenica 29 luglio 2012

5

Foto: Ale

5 come le dita della mano che prima lecchi e poi azzanni.
5 come il numero delle A della nostra famiglia.
5 come gli anni che ti hanno vista nascere, crescere e vivere insieme a noi.

Buon compleanno Ariel!!!

venerdì 27 luglio 2012

Qualcuno verrebbe forse...



Se solamente mi toccassi il cuore,
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
se mettessi la tua lingua come una freccia rossa
lì dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare, piangendo,
suonerebbe con rumore scuro, con suono di ruote
di treno assonnate,
come acque vacillanti,
come l'autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
o sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato, in riva al mare,
piangendo.

Come diffusa assenza, come campana improvvisa,
il mare spartisce il suono del cuore
mentre piove e si fa sera sulla costa solitaria:
la notte cade incontrastata
e il suo lugubre azzurro di naufrago stendardo
si popola di astri d'argento affievolito.
E il cuore suona come un'aspra conchiglia,
chiama, oh mare, oh lamento, oh disciolta paura
sparsa in disgrazie e in onde scardinate:
dalla sonorità il mare accusa
le sue ombre reclini, i suoi verdi papaveri.

Se esistessi all'improvviso in una costa lugubre,
circondata dal giorno morto
dinanzi a una nuova notte,
piena d'onde,
e soffiassi nel mio cuore di freddo panico,
soffiassi nel sangue solitario del mio cuore,
soffiassi nel suo moto di colomba con fiamme,
suonerebbero le sue nere sillabe di sangue,
crescerebbero le sue incessanti acque rosse,
e suonerebbe, suonerebbe a ombre,
suonerebbe come la morte,
chiamerebbe come un tubo pieno di vento o pianto,
o una bottiglia che versa orrore a fiotti.

È così; e i baleni coprirebbero le tue trecce
e la pioggia entrerebbe dai tuoi occhi aperti
a preparare il pianto sordo che racchiudi,
e le ali nere del mare girerebbero intorno
a te, con grandi artigli e crocidii e voli.

Vuoi essere il fantasma che soffia, solitario,
in riva al mare il suo sterile, triste strumento?
Se solamente chiamassi,
il suo suono prolungato, il suo malefico fischio,
il suo ordine di onde ferite,
qualcuno verrebbe forse,
qualcuno verrebbe,
dalle cime delle isole, dal fondo rosso del mare,
qualcuno verrebbe, qualcuno verrebbe.

Qualcuno verrebbe, soffia con furia,
che suoni come sirena di nave guasta,
come lamento,
come un nitrito in mezzo alla schiuma e al sangue,
come un'acqua feroce che si morde e che suona.

Nella stagione marina
la sua conchiglia d'ombra circola come un grido,
gli uccelli del mare la disprezzano e fuggono,
le sue strisce di suono, le sue lugubri sbarre
si alzano sulle sponde dell'oceano solo.

Pablo Neruda, Barcarola

giovedì 26 luglio 2012

Abbiamo perso entrambi

Salvador Dalì, La morte di Ofelia. 1966

C'è solo una cosa che ti farebbe provare lo stesso dolore che sto provando io. Ma non posso farla. Non ancora comunque. 

mercoledì 25 luglio 2012

A proposito di...

Edward Burne-Jones, Hope. Oil on canvas. 1896. Museum of Fine Arts. Boston. United States


Una persona amata che delude. Gli ho scritto. Impossibile che non mi risponda quel che ho detto a me stessa in nome suo.
Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno. Rimetter loro questo debito.
Accettare che essi siano diversi dalle creature della nostra immaginazione, [...].
Anch'io sono altra da quella che m'immagino essere. Saperlo è il perdono.

Simone Weil, L'ombra e la grazia

lunedì 23 luglio 2012

O forse no

Herbert James Draper, Calypso's isle. 1897. Oil on canvas. Private collection

Sei davvero bella oggi, mentre canti spensierata.
Ti ridono gli occhi.
Ogni volta scopro una parte di te che non mi aspetto.

Eh sì, perché nella modalità amica, quella modalità che non mi fa fare disastri, non risveglia l'ombra dell'abbandono, non mi rende vulnerabile, io sono davvero spettacolare. E così può succedere che passiamo un sacco di tempo insieme, che il pomeriggio andiamo a correre sulla spiaggia, che ci ritroviamo per caso sul lungomare, che passiamo un paio d'ore di una domenica mattina seduti sugli scogli, con le onde a bagnarci i piedi, un iPod diviso a metà, io che ti faccio ascoltare le mie canzoni preferite e che, meraviglia delle meraviglie, mi sento così tanto a mio agio da cantare persino, sbarazzina e felice, mentre un vento che soffia da nord scompiglia qualche ciocca lasciata libera dall'intreccio romantico e morbido in cui ho raccolto i  capelli, scoprendo il collo, le spalle, in uno stile decisamente retrò.
Eh sì, quando non ci sono di mezzo i sentimenti do il meglio di me. Eppure per un attimo, ho desiderato che non fossi tu il ragazzo all'altro capo dell'iPod. Per un attimo una feroce nostalgia di due occhi e due labbra ormai troppo lontani mi ha attraversato come un brivido.

Hai freddo? - mi chiedi.

No - vorrei risponderti - è solo un battito anomalo di un cuore che ho messo a tacere... è solo il ricordo di lui ... è solo un brivido che un giorno passerà. O forse no.

giovedì 19 luglio 2012

In una notte di vento

Edward Robert Hughes, Star of Heaven. Private collection

Tre stelle cadenti.
Tre desideri.
Tre sogni affidati al silenzio.


mercoledì 18 luglio 2012

Ho conosciuto Tom Buchanan

Tu non hai detto che un cattivo guidatore è al sicuro finché non incontra un altro cattivo guidatore? Be', ho incontrato un altro cattivo guidatore, giusto? Voglio dire, è stata colpa mia se non ho capito. Credevo tu fossi una persona onesta e leale. Credevo fosse il tuo orgoglio segreto.

[...]

Era gente sbadata, Tom e Daisy - rompevano cose e persone e poi si ritiravano nei loro soldi e nella loro enorme noncuranza o qualunque cosa fosse che li teneva insieme, e lasciavano che fossero altri a pulire lo sporco che lasciavano...

Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby

martedì 17 luglio 2012

Buoni propositi

Pietro Magni, La Leggitrice. Modello 1856. Marmo. National Gallery of Art. Washington

Devo smetterla di fare acquisti compulsivi di libri una notte sì e una no e di leggerli altrettanto compulsivamente di giorno...  C'è chi si ubriaca per dimenticare e chi legge come se non ci fosse un domani. Ecco, io sto leggendo per non pensare ad altro. 
Ah, e poi sì, sono nella casa al mare da ben due settimane, vado in spiaggia quasi ogni giorno, mi sono persino abbronzata con criterio, senza scottature o eritemi... e no, continuo a non stare bene. Adesso il mio cuore batte un fresco vento di tramontana. Speriamo spazzi via tutti i pensieri, tutte le parole non dette, tutti i silenzi sospesi.

Ho finito di leggere il libro che mi hai regalato. Ho visto quel che volevi vedessi. Un altro pezzo della tua anima. Mi manchi. Mi mancherai sempre. Ma devo soffocare i pensieri, seppellire l'attesa, dimenticare ogni cosa. Mi manchi da lontano. Il vento non si è fermato. Intreccia canti in questa notte estiva carica di ritorni d'ombra. La risacca lambisce l'assenza. Il tramonto mi ha impregnato i sogni d'oro liquido e viola. Affilo silenzi sulle lame dei tuoi occhi ormai spenti.
Questo è un porto. Ma tu non ritornerai. Io abbatterò le stelle e ne farò pietre con cui squarciare il cielo. E se piangerà la luna, poco importa. Ho spento un desiderio di vita, un altro ancora. Pulsa solo il cuore. Ma non so più se è il mio.

giovedì 12 luglio 2012

Leda

Léon Riesener, La Léda. 1840. Oil on canvas. Musée des Beaux-Arts de Rouen

Ritratto VIII


È lei la tua Leda?
No, sei tu la mia Leda

Dimentica, dimentica tutto.
Parole, parole al vento... o sogni. Stanchezza. Nemmeno un anno. Sfrego i ricordi per cancellarli dal cuore, dall'anima. Restano intatti, mentre brandelli di cuore e anima si sbriciolano tra le dita tremanti. All'alba muoiono i sogni, sulle rive dell'autunno, lentamente trascinati da silenzi sconfitti. L'oblio è il ricordo di ciò che non è stato e ugualmente ferisce. 
Ti ritrovo in ogni piega dei miei pensieri, senza poterti perdere. Tu resterai per me, nonostante tutto, nonostante te, un desiderio di vita, la bellezza dell'ombra, l'incanto di riconoscersi, la poesia dell'attesa, la solitudine senza rimedio, la purezza di un amore incompiuto, la mia anima specchiata nella tua, il sorriso tra le curve del tempo, un abbraccio ritrovato a Nord.

Leda, mia dolce Leda, sei stata il vento che ha rimesso in moto la mia vita e come il vento ti ho lasciato andare senza volerti trattenere.
Leda, mia piccola Leda, mi sono visto riflesso nella tristezza dei tuoi occhi e specchiato dentro il tuo cuore, come diffusa assenza. Quella tristezza ho amato con un bacio sull'anima che non puoi cancellare. Ma tu conservi ancora luce in quello sguardo bambino, mentre il mio è naufragato nel buio.
Leda, orgogliosa e furente Leda, non posso perderti né ritrovarti, perché mi assomigli, e le ferite che ci portiamo addosso hanno la firma dei nostri nomi incisa sulle pietre cadute di un tempo che non ci appartiene.
Leda, mia Leda, perché sei tu la mia Leda, e la mia Leda non è un essere di questo mondo. Tu sei caduta da un cielo estivo carico d'azzurro e di sogni, per ricordarmi che avrei potuto ancora vivere. Ma non è questo il mio tempo, non appartengo che al dolore che mi brucia il respiro e questo mondo non riconosco come mio. Ci resterò per poco, morendo ogni giorno a me stesso, nelle stagioni sprecate, nelle mie ali di carta tatuate di tutto quel che non ho saputo tenere stretto a me, nell'uomo che non volevo diventare. Allora meglio il silenzio, l'oblio di quei giorni, una pietra sull'anima e sul cuore a sigillare i ricordi, ciò che abbiamo sentito, quel che non sarà.
Non posso perderti né ritrovarti, principessa del vento, perché sei in me, perché sei me, piccola luce del Sud, e io sono in te e ci resterò per sempre, oscuro d'ombra e d'abbandono.


lunedì 9 luglio 2012

Suona, risuona il mare lontano

Michael Garmash,  Under the Evergreen Tree. Oil on canvas. Private collection 

A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.

da Qui ti amo, Pablo Neruda, Venti poesie d'amore e una canzone disperata

mercoledì 4 luglio 2012

Farsi da parte

Herbert James Draper, Ariadne. 1905 ca. Oil on canvas. Private collection.

Lei è sempre gentile, è il carattere che le ha forgiato sua madre. Non fa rumore per le scale. Le è stato insegnato a salire senza far rumore, a non disturbare gli altri, a farsi da parte.
Farsi da parte! Quell'espressione viene da un passato talmente lontano! È proprio così! Si è fatta da parte! Si farà da parte anche adesso...

Georges SimenonLa finestra dei Rouet