Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

giovedì 16 giugno 2011

Esseri fatali

Odoardo Tabacchi, Genio alato. 1879. Statua in bronzo. Monumento al traforo del Frejus. Torino.

[...] l'amor vero può essere il primo, ma può essere anche l'ultimo - se per amor vero intendete quello che altri vi porta come voi lo portate, quello che vi promisero i sogni e che mai vi consolate d'aver perduto. Poiché molte volte potete amare con tutte le forze dell'anima, molte volte essere amati sopra ogni cosa; ma non c'è amore integro se non nell'incontro, nell'accordo, nello scambio delle due passioni; e ciò è tanto raro che la turba infinita dei diseredati lo nega...
[...]
Egli non credeva all'amor mio perché non credeva a nulla. Vi sono di questi esseri fatali su cui sembra pesare la maledizione divina: belli come l'arcangelo caduto, come lui aridi e falsi. [...] Se per vostra sciagura v'imbattete in qualcuno di essi, siete dannati. Alla loro seduzione non si resiste.

Federico De Roberto, La morte dell'amore

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45 soffi di vento:

  1. se noti al centro della fronte ha una stella capovolta.
    Da qui la leggenda che vuole quel posto come uno ei centri del magnetismo del male a Torino...
    mah..

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  2. L'amor vero è il primo. Ma anche quello che viene dopo che cancella il precedente e diventa il primo a suo volta. E' che crediamo che l'amore sia uno solo. E' vero ma è quello che viviamo in quel momento.

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    1. Lei è solo un amante dei surrogati. Io tra il Nescafè e un caffè troverò SEMPRE una grande differenza. E piuttosto che bere il primo, non potendo bere il secondo, faccio a meno del sapore del caffè. Lo trovo più dignitoso e meno umiliante di una volgare sostituzione.

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  3. Quando Eros&Psiche non s'incontrano, quando un dato estetico è fine a se stesso, senza quel "perché non parli?". Quando l'incontro non diventa nemmeno scontro, e le passioni declinano in aride futili speculazioni e negazioni, quando la morte seduce più della vita.

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  4. ho solo un'immaginaria penna
    per parlarti
    ma ho occhi per leggerti
    seguendo una linea di confine
    sempre sottile
    sempre meno consistente
    morbide le parole
    di pietra il pensiero

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  5. @ scacciavite: cercavo solo una rappresentazione scultorea dell'angelo caduto e mi sono imbattuta nella storia esoterica di Torino, affascinante, devo ammettere ^_^

    @ Topper: secondo me esiste solo l'Amore... ed è unico e vero... le altre sono pallide imitazioni...

    @ Sergio: quando Amore incontra Psiche invece siamo dinanzi all'immortalità, vero? Quindi al vero Amore

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  6. @ gentiluomo indecente: il potere della parola è ciò che vince sul resto. La fascinazione nasce sempre dalla mente.

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  7. Non so perché ho sempre preferito la prosa alla poesia, ma quello che posti mi fa pensare di aver perso delle letture meravigliose finora.
    E' quell'incontro, accordo, scambio di passioni che cerchiamo sempre e raramente troviamo...è quello che non trovo adesso nella persona che desidero, anche se non nego che esista...è questa ricerca infruttuosa che lascia l'amaro in bocca...ma alla fine riuscirò a liberarmi dell'essere fatale....un passo alla volta, un mattone alla volta costruisco il muro che ci separerà per sempre, fatto di disillusione e amarezza....

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  8. ognuno porta nel cuore un primo amore mai vissuto, una favola mai avverata. mi viene da pensare - per quel che vivo e vedo - che l'amore vero non esista, che esista spesso una gran paura di rimanere da soli ed essa muove le fila dei nostri incontri.

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  9. @ Kalì: ormai possiamo tranquillamente ammetterlo, le somiglianze sono inquietanti... e tu hai preso quella decisione che non so se riuscirò mai a sentire veramente mia...

    @ Carlo: qualcosa di folle e irrazionale mi fa credere che esista... e allora piuttosto sola, ma non più senza di lui... è triste accontentarsi della mediocrità per paura della solitudine, a meno che non si decida che è quello il prezzo che si è disposti a pagare. Io quel prezzo non voglio pagarlo. La mia vita manca di troppe cose per decidere che debba mancare anche dell'unica sulla quale posso decidere. E allora io decido e ne affronto le conseguenze, ma la mediocrità quella no, ho già dato abbastanza.

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  10. Brava, Ale, basta mediocrità, mezze misure, basta accontentarsi, parliamo di sentimenti, santodio, non di una dichiarazione dei redditi! Ho già vissuto rapporti intessuti di scelte non fatte, di "tiriamo avanti", di conversazioni che erano come silenzi.
    I sentimenti sono spesso una sfida. Chi non riesce a viverli, o li vive a metà, con il freno a mano tirato, timoroso delle conseguenze, non fa per me.
    @gentiluomo indecente: il potere delle parole è tutto. Cyrano insegna...

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  11. Kalì, ci vuole coraggio ad amare, ce ne vuole tanto da mettersi in gioco e da mettere in conto che si possa anche perdere... ma a quel che vedo, sono in molti a temere anche la benché minima sofferenza... sarà che al dolore ci sono abituata, ma ho più paura del nulla che di star male, temo più la mediocre esistenza del trascinarsi che la sofferenza...

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  12. In uno dei nostri ultimi incontri, lui mi disse; "Mi dispiace lasciarti." E io gli risposi che preferivo vivermi in pienezza tutte le emozioni, anche quelle negative del distacco, della tristezza, della mancanza fisica che crea un vuoto all'altezza dello stomaco. Quel pomeriggio uscii in giro per la città e mi sentii viva. Anzi,VIVA.

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  13. e per fortuna che per noi miseri mortali ad un certo punto della vita ( da decidersi ) nella scoperta e ricerca del rapporto tra i due sessi, interviene la ragione

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  14. @ Kalì: conosco la sensazione... chi è disposto a VIVERE mette in conto tutto e conosce vette e abissi, ma bisogna avere anche la forza per esserne capaci... questa forza non è da tutti, solo dei cuori che amano.

    @ Lù: e solo tu puoi fare di questi commenti! ^_^

    @ Fracatz: i miseri mortali innalzino la bandiera della ragione, nella mia anima trionfa indiscussa l'emotività e una concenzione tragica che mi appartiene da sempre... bisogna anche sapersi accettare per quel che si è, anzi, per chi si è...

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  15. Che sequela di frasi fatte. Leggere troppi libri fa male. Distacca dall'essenza delle cose, in una massa informe di artistici e vuoti ghirigori mentali. Suonano bene, non dicono niente.

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    1. Leggere non fa né bene né male. Risponde a un'esigenza interiore. Ciascuno di noi poi decide se attaccarsi o staccarsi dalle cose, secondo la propria inclinazione. E le frasi che lei definisce fatte, sono per altri vere, come lo erano per me nel momento in cui le ho postate, perché esprimevano un mio particolare sentire. Ogni cosa comunica, se si è disposti a recepire il messaggio.

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    2. Lo scrissi anni fa, sembra passato un secolo. Non ci si riesce a mettere d'accordo su come chiamare un bicchiere, figuriamoci sui termini che servono a descrivere sensazioni o teorie astratte. La comunicazione non esiste. Sono solo suoni, talvolta affascinanti e musicali, e segni grafici che ognuno interpreta come vuole, cioè a sua immagine e somiglianza. Ogni tanto trovi qualcuno che da il tuo stesso nome alle sensazioni e ti illudi di averci qualcosa in comune. Dura il tempo dell'abbaglio, l'illusione.

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    3. Non per questo è meno reale o vera.

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    4. Se è un'illusione, non vedo come possa essere vera o reale. È solo fumo.

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    5. Chi lo stabilisce che è un'illusione? Per chi la vive è vera e reale. Ex post possiamo dare tutte le definizioni che vogliamo, ma ciò non toglie che quando si è attuata un'esperienza comunicativa essa sia stata in ogni caso reale. Non confonda la durata con l'essenza.

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    6. Ovviamente tutto è soggettivo. Ma la concretezza lascia sempre tracce. Ci pensi. Se non ci sono tracce, non c'era concretezza. C'era solo un'interpretazione sul nulla.

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    7. Dipende da quel che intende lei per tracce. Ci sono cose che esistono, ma non sono afferrabili dagli organi di senso. Ci sono cose che non possono essere misurate, quantificate, classificate e non per questo sono meno autentiche o reali. Le idee, i sentimenti, le emozioni non lasciano tracce di concretezza, ma non mi azzarderei a dire che non esistono o sono interpretazioni sul nulla. Che poi non durino o siano ingannevoli, nulla toglie alla loro esistenza.

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  16. Dissento. Ciò che è o è stato concreto lascia SEMPRE tracce. Vestigia del passato. Non a caso, le vestigia del futuro non esistono. Perché il futuro non esiste. Non ancora.

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    1. Quindi secondo il suo ragionamento, tutto quel che del passato non è rimasto, non è mai esistito?

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  17. Direi di sì. Che sia una lettera, un oggetto, un ricordo, o spazzatura quel che è esistito lascia tracce. Altrimenti sono percezioni errate di qualcosa che si credeva esistesse. Infatti sono errate.

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    1. Dunque, faccio un esempio a caso, se nel tempo non resta traccia del suo amore per i fiori, significa che quell'amore era solo una percezione errata e non è mai esistito? Se il dolore che lei ha provato per la perdita di qualcuno che amava non lascia tracce, vuol dire che non l'ha mai provato? Non tutto lascia tracce visibili, forse sono maggiori quelle che non si vedono...

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    2. "Se il dolore che lei ha provato per la perdita di qualcuno che amava non lascia tracce, vuol dire che non l'ha mai provato?"

      No, vuol dire che quel dolore ha avuto per oggetto qualcuno che non esisteva, ma era solo frutto dell'immaginazione. Più o meno quel che succede guardando un film. Ci si può commuovere benissimo per qualcosa o qualcuno che non esiste davvero. Basta immaginare che esista, per un tempo più o meno variabile.

      Alla prima domanda faccio più fatica a rispondere, ci devo pensare. Forse perché i fiori continuano a piacermi.

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    3. Eh no... non inverta i termini. Non parlavo dell'esistenza dell'oggetto del dolore o del sentimento, parlavo dell'esistenza del sentimento in sé. Il sentimento di dolore non lascia tracce, ma esiste, quindi non è illusorio, ha una sua realtà e una sua durata. Questo per dimostrarle che anche ciò che non lascia tracce (emozioni, sentimenti, idee, ecc..) esistono e sono reali per chi li vive. La realtà è quel che noi interpretiamo come reale, poi esistono le convenzioni sociali, le abitudini consolidate, le norme e le regole di convivenza, ma un'oggettività pura non esiste, come non esiste una pura soggettività. Il tutto è interpretazione.

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    4. L'amore per il nulla è nulla! 1 moltiplicato 0 è uguale a 0! Non a caso. E non ho bisogno della consulenza di Odifreddi.

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    5. Lo sa, vero, che è un'argomentazione che non regge?

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    6. No, ma mi dica perché. Sono tutt'occhi! Al signor rospo gli faccio un baffo!

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    7. Perché i sentimenti non sono variabili quantitative e dunque misurabili, ma variabili qualitative e quindi descrivibili. Primissimi rudimenti di metodologia della ricerca ;-)

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    8. Risposi parlando di peso simbolico prima di aver letto qui. Sì, la sua risposta è convincente. E io sono del tutto digiuna in materia di ricerca. Vado a naso, senza grandi problemi.

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    9. Ma il confronto arricchisce sempre, in entrambe le direzioni.

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    10. Non so dire se la discussione mi abbia arricchita, direi di no. Ma è stata molto interessante.

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    11. Mettiamola così, il suo "molto interessante" corrisponde al mio "arricchire", nella misura in cui se qualcosa mi stimola e mi interessa, alla fine della discussione provo una sensazione positiva, che mi ha lasciato, questa volta sì, una traccia.

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    12. Oh, sì, mi va bene. Sa, sono sempre più sconcertata dalle definizioni che uno dà per scontate. Or ora mi sono letta una roba discutibile sui sensi di colpa e, per l'ennesima volta, mi tocca chiedermi perché cavolo io non mi sento in colpa di un bel niente! E da un bel pezzo! Eppure la tizia dice che abbiamo tutti il senso di colpa e non si può eliminare. Boh! Lei si sente in colpa per qualcosa? Io no! Ci manca pure quello.

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    13. Concordo con lei! Troppe cose, rapporti, definizioni si danno per scontate, senza chiedersi se per un altro hanno lo stesso valore o lo stesso significato che hanno per noi.
      Quanto al senso di colpa, ho passato una vita a sentirmi in colpa inutilmente... adesso che ho capito che quella del senso di colpa è l'arma più meschina che chi dice di volerti bene poi ti scatena contro, ecco, ho smesso di sentirmi in colpa e non torno certo indietro!!!

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  18. E, altrettanto non a caso, 1+0=1 e 1-0=1! Ma 1:0=0! Sempre non a caso.

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    1. Interessante il suo tentativo bislacco di quantificare i sentimenti... che vuole o non vuole, nel momento in cui si provano, sono reali. Che poi siano sprecati o il loro oggetto sia illusorio o non meriti, è tutt'altro discorso.

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  19. Cara signorina, ciò che è concreto è misurabile. Perché si vede!

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    1. Mai sentito parlare di analisi qualitativa? Non tutto ciò che è concreto è misurabile e non perché lo dica io... ;-)

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    2. Le cose concrete e di valore hanno sempre un peso, per quanto simbolico. E non parlo di valore economico, sia chiaro. Quello non lo considero neanche.

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