Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

venerdì 7 gennaio 2011

La piccola scatola

William Merrit Chase, Il negozio dell'antiquario. 1879.

La bottega dell'antiquario era nascosta in una stradina polverosa, al crocevia tra Vico de' Poeti e Piazzale Obliato. Il numero 7 penzolava malinconico accanto all'insegna dipinta a mano decenni prima e talmente consunta dal tempo che era difficile scorgervi le lettere. Era raro vederci entrare qualcuno. Non ci si addentra in vicoli sconosciuti e per di più polverosi. Non si sa mai dove potrebbero portare e quanto tempo potrebbero rubarti.
Lo stesso tempo che s'era fermato tra le lancette dell'orologio a pendolo che s'affacciava tristemente dalla vetrina. L'interno della bottega raccoglieva non si sa per quale strano artificio la luce del sole, che filtrava tra le pieghe dei mobili, ricoprendo le ombre col suo dorato pulviscolo. Sullo scaffale più alto, una piccola scatola in legno osservava la vita che scorreva fuori dalla vetrina. Passanti chiusi in pesanti cappotti diretti a passo veloce chissà dove. Un gatto dallo sguardo spaurito che probabilmente s'era perso. La pioggia che cadeva sottile sui vetri.
La piccola scatola aveva una fattura di pregio. Era un piccolo gioiello costruito qualche secolo prima e perfettamente conservato. Le venature del legno raccontavano una storia antica che in pochi avrebbero saputo decifrare. L'interno, rivestito in velluto rosso, aveva racchiuso molti segreti e qualche ciocca di capelli. Nel doppio fondo pulsava un'anima musicale di rara bellezza. 
Sembrava una scatola perfetta eppure non lo era. Il meccanismo al suo interno era difettoso, le note non scorrevano come avrebbero dovuto. A volte s'inceppavano, altre volte restavano mute... ma quando suonavano non c'era nulla in grado di reggere il confronto. Si mescolavano in esse struggimento e passione, dolore e abbandono, un amore senza fine.
Quella scatolina restava a guardare il mondo da dietro un vetro e attendeva la sua occasione per suonare, per far sentire al cuore di qualcuno che al di là del suo meccanismo imperfetto, la sua musica era preziosa e meritava d'essere ascoltata.

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13 soffi di vento:

  1. Piange il cuore pensando che qualcuno abbia potuto abbandonare una scatolina così preziosa dietro la vetrina di un oscuro antiquario! D'accordo,ha quel piccolo difetto, ma quando riesce ad esprimersi con pienezza porta in paradiso!

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  2. Ci sono tesori di mirabile imperfezione che puoi trovare solo percorrendo vicoli stretti e tortuosi. Credo si possano riconoscere solo evitando di dare una forma all'oggetto della propria ricerca.
    Quando hai deciso di abbellire con essi la tua vita puoi commettere l'errore di cercare di perfezionarli, solo da questo devi guardarti.

    OL

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  3. Cosa resterà di tutte queste scatoline che ci circondano in casa vivendo la nostra vita ?
    Una volta ero tanto sensibile a questi argomenti, finchè un tizio mi fece notare che una volta trapassati poco avremmo potuto fare a loro riguardo.
    Sarebbe bene allora a tempo giusto donarle al primo bambino che le guardi in maniera estasiata

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  4. bisogna saperle guardare ... le scatole.

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  5. @ Anxo: la scatola non è stata abbandonata... è arrivata lì dove le correnti della vita l'hanno condotta... ^_^ E mi verrebbe da chiederti perché pensi che possa portare in paradiso... mica contiene sostanze stupefacenti, eh??!!! :-P

    @ Orphen: come sempre, amico mio... giungi al cuore delle cose, con l'occhio di chi sa ascoltare, comprendere e consigliare... grazie ^_^

    @ Fracatz: è quello che ci si aspetta, un bambino dallo sguardo estasiato ^_^

    @ Ewan: messere, noi c'intendiamo... segreti compresi... ^_^

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  6. Le correnti della vita che conducono una scatolina sonora nella vetrina di un antiquario sono alimentate dal disinteresse di chi la tiene in salotto e non riesce più a sentire le sensazioni, stupefacenti, della sua musica.
    Fortunatamente vedo che non resterà molto in quella vetrina: ci sono già alcuni estimatori che la apprezzano... Ciao!

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  7. Veramente il senso del post era tutt'altro...

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  8. Ehm... chiedo scusa. Non scomodarti, conosco la strada. Buona notte!

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  9. forse è sempre stata lì in quell'antiquario la scatola
    forse il negozietto è stato costruito intorno alla scatola

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  10. @ Anxo: non devi scusarti... né interpretare il mio commento come una cacciata da questo spazio. Il nodo focale riguarda per l'appunto l'interpretazione.
    Ogni testo scritto può averne più di una e ciascuno è libero di esprimere la propria. Tu hai espresso la tua e in quell'interpretazione non mi riconosco, semplicemente perché ho impostato il racconto non come un'ipotetica vetrina da cui presunti estimatori possono prelevare la scatolina, bensì in altro modo.
    Come ho scritto nella prima risposta al tuo commento, la scatolina non è stata abbandonata e ora aggiungo che non è mai stata tenuta in un salotto... quella scatolina ha una vita propria, attrae nella sua orbita persone e situazioni e per vicende che sarebbe lungo elencare e non funzionali al racconto ha eletto a sua dimora il negozio dell'antiquario... l'unico posto dove si senta a casa e dove può vivere.
    Il senso del post è che ognuno di noi dovrebbe essere amato per quel che è e non per quel che appare, anche se si è imperfetti e si vive la propria vita in un vicolo polveroso, dietro la vetrina di un antiquario, in un negozio pieno di luce...

    @ stealthisnick: ^_^ sì, il negozio è stato costruito intorno alla scatola... esattamente...

    @ Mr. Tambourine: Thanks!!! ^_^

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  11. Quella scatolina sei tu?
    Io non posso portarla via con me, ma so che la sua musica è preziosa.

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  12. ... secondo te un autore rivela le sue fonti d'ispirazione? ^_^

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