Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

venerdì 22 gennaio 2010

Noia


Sette ore - I parte

Certe sere il vento fa stridere i cardini di porte e finestre, un lamento strisciante che si ripete nell'aria e riempie il silenzio della stanza. Certe sere il vento fa stridere pezzi della mia anima come un violino scordato e inutile. Da irritare i sensi. Almeno quelli rimasti... quelli che non hanno ceduto al torpore dell'apatia e alla ragionevolezza della noia.
Noia e apatia. Mi hanno iniettato un veleno sgradevole nelle vene. Sento il disgusto del sale. Questo veleno è salato e infetta vecchie ferite. Continua a stridere il vento là fuori. L'alito pesante di pioggia pervade la notte. Qui si gela. Bevo l'ultimo bicchiere di vino e un ghigno rosso sangue mi si disegna in volto. Tra rivoli di pensieri malsani mi accarezzo la barba incolta. Il cigolio dei cardini mi esaspera... stordisco l'attesa del nulla con ricordi sbiaditi. Ma non provo la benché minima sensazione. La noia ha ingoiato anche questo.
Se stanotte mi si fermasse il respiro non mi dispiacerebbe. Persino la morte mi è indifferente. Forse smetterebbe questo stridio del vento. Forse tornerebbe il silenzio e ritroverei la memoria di ciò che sono stato. Forse comprenderei la noia.
Bevo per ricordare, ma nulla... questo maledetto vento s'insinua nei pensieri e li scompiglia come foglie secche... dovrei dare fuoco alle foglie, ma non credo di riuscirci. Mi annoia anche solo l'idea...
Fatelo smettere. Mi scoppia la testa. Un ringhio nell'aria spalanca i vetri della finestra di fronte a me e la stanza s'impregna d'ombra. Mi alzo. Sento l'odore, il suo odore. Fra poco pioverà. E lei mi aspetta. Ma non andrò. Devo contare i respiri della notte. Non m'importa del resto. Non m'importa di lei.
Se solo smettesse il vento...

1 soffi di vento:

  1. Per fortuna che c'è Mario e sta aperto fino all'alba
    felice weekend

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