Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

domenica 5 luglio 2009

Lettera a Joy...



Ti ho trovata accoccolata al centro della strada, in una piccola via di una sperduta e semideserta località di mare, nel tardo pomeriggio di qualche giorno fa. I tuoi minuscoli occhi verdi, il tuo sguardo dolcissimo, i tuoi colori... Non dimostravi di essere in buono stato, per nulla... mi sono soffermata a guardarti; c'era qualcosa in te che mi ha toccato l'anima. Il tuo aspetto era tutt'altro che gradevole, ma mi sei sembrata bellissima...
Poi quelle auto sopraggiunte in direzione opposta e tu che restavi lì, al centro della strada a fissarmi... non volevi o forse non ce la facevi a spostarti... così ho fermato con un cenno le auto e ti ho presa tra le mani... per rendermi conto che quel pelo arruffato nascondeva un esserino ancora più gracile di quanto non sembrasse...
Quel contatto, quel tenerti tra le mani, ha creato un legame... qualcosa di così prepotente e forte e intenso che mi ha fatto ritornare il giorno dopo a prenderti... Tu che continuavi a guardarmi con quel musetto dolcissimo e io che già immaginavo che nome darti... immaginavo che ti avrei tenuto con me, che avresti giocato con Ariel, che ti avrei curato e guarito... così, con la speranza in una scatola di cartone, ho bussato alla porta del veterinario... per scoprire che le tue condizioni erano peggiori di quel che sembrava...
Sono stata accanto a te quando il dottore ti ha fatto le flebo, quando le tue piccole vene hanno resistito giusto il tempo necessario a che ti riprendessi quel tanto che bastava a ingoiare qualche siringa di cibo... Ti ho accarezzato, parlandoti, ti dicevo di resistere... e quando il dottore mi ha detto di lasciarti da lui e tornare in serata l'ho fatto davvero a malincuore...
Sono uscita piangendo... lo sapevo bene che le tue condizioni erano critiche... Son tornata la sera a riprenderti... ti ho trovata stremata e ancora più debole... dovevi stare al caldo e il dottore aveva riempito delle bottiglie di acqua su cui ti aveva adagiato perché la temperatura corporea stava scendendo... Ti ho sistemato in una cesta rossa, ma sembravi distante...
Per tutta la notte ho visto il tuo sguardo perso nel vuoto, i tuoi spasmi, il tuo respirare a fatica... e so benissimo cosa si prova a non respirare... ti ho cantato sciocche filastrocche e qualche ninna nanna per tranquillizzarti e speravo ti addormentassi... ti ho tenuta sempre al caldo, ti sollevavo la testa per farti respirare meglio, ti accarezzavo e ti pregavo di resistere, di farcela, di non lasciarmi... che ti avrei tenuto con me... e quel tuo piccolo cuoricino batteva all'impazzata...
Tutta la notte seduta per terra accanto a te, piccola e indifesa, talmente fragile da spezzarmi il cuore... Tutta la notte sperando che ti riprendessi, perché, come aveva detto il dottore "Se passa la notte ci sono buone speranze"... e la notte l'hai passata... ma non è durato tanto... il tuo piccolo cuore ha smesso di battere tra le mie incredule mani... erano da poco passate le 7.31... è stata quella l'ultima volta che ho visto l'orologio... sono stati istanti infiniti, indicibili, devastanti... sì, devastanti, perché assistere alla sofferenza di un essere vivente e sentirsi inutile è qualcosa di talmente enorme, sconvolgente e terribile da non poter essere espresso attraverso le parole... quello che scrivo non rende nel modo più assoluto quel che ho provato in quelle ore trascorse in una stanza enorme, sola, ad assistere alla straziante agonia di una gattina di quasi tre mesi...
Certo, Federico e Luigina mi sono stati molto vicini... forse è grazie alla loro "presenza" che sono rimasta lucida, ma fisicamente ero lì, sola, e davanti agli occhi avevo qualcosa che resterà con me per sempre. Loro mi hanno detto che è stato bellissimo quel che ho fatto, che ho fatto tutto il possibile, che non avevo niente da rimproverarmi... anche il veterinario ha detto le stesse cose, mentre piangendo gli raccontavo la mia notte accanto a te... è terribile...
Forse ho qualcosa che non va... ci penso sempre... mi sento talmente triste...
Fede mi ha detto che sono stata un angelo... e in effetti mi son sentita quasi un angelo... della morte... tutto questo non ha parole... sento solo un enorme nodo alla gola... non riesco a non piangere... non riesco a dimenticarti... sembravi quasi addormentata... eri ancora calda quando ho trovato il posto dove lasciarti... un piccolo bosco, all'ombra di un grande albero, ricoperta di foglie secche... mia piccola Joy... avrei voluto vederti correre e combinare disastri come solo i cuccioli sanno fare, avrei voluto continuare a tenerti fra le mani, tanto eri piccola e indifesa... avrei voluto per te un destino diverso e non un sonno senza sogni tra terra e radici...

8 soffi di vento:

  1. Ho cercato in rete una foto che potesse assomigliarle... ma Joy era molto più bella...

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  2. mi dispiace tanto che tu ti senta colpevole nonostante la bella cosa che hai fatto
    Un bacino
    alerina

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  3. Cara Alerina,
    non mi sento colpevole... ma solo tanto triste...
    Bacino

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  4. Mi hai riportato ad un anno fa. Quando ho perso la mia piccolina, nello stesso modo. Per un attimo ho avuto paura di impazzire per il dolore. E loro che mi dicevano che era solo un gatto.....
    Ti sono vicina

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  5. Grazie, Lauretta,
    il dolore si può provare anche per quelli che agli altri sembrano "solo" dei gatti... e non significa che sia meno intenso o irragionevole; significa solo che di fronte alla sofferenza di un essere vivente c'è chi si gira dall'altra parte e chi la sente su di sé.
    Non c'è una posizione migliore o più giusta dell'altra; e proprio perché non bisogna dare giudizi di valore sull'atteggiamento che ognuno sente di mettere in atto, credo sia necessario rispettare anche posizioni diverse dalla propria.
    Rispetto per sensibilità diverse. Rispetto per chi si volta dall'altra parte, ma anche rispetto per chi piange e soffre per la morte di una creatura, senza per forza sentirsi in dovere di minimizzare. Solo rispetto.

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  6. Ho letto la tua bellissima lettera tutto d'un fiato, con la speranza che cresceva ad ogni riga...
    Ho pianto con il cuore, come non mi accadeva da tempo, e alla fine l'ho sentito sanguinare...
    Povera...povera anima...

    Ti abbraccio, dolcissima.

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  7. Joy è rimasta una ferita aperta nel mio cuore...
    Avrei voluto davvero un finale diverso...
    Grazie per le tue parole, mia conterranea, e mi dispiace che tu abbia pianto...
    Ti abbraccio anch'io

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