Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

lunedì 26 novembre 2007

La strada

Foto: Cip, Marocco, 2005.

Ho raccolto un respiro tra le foglie d'autunno, ho raccontato al cielo una storia di terra, ho intrecciato ghirlande nel silenzio, ho intessuto le ombre della notte, ho custodito una stella lontana, ho attraversato l'oceano per un sorriso di luce, ho ricordato un verso che avevo smarrito, ho ricamato col blu delle onde l'increspatura del mare d'inverno, ho assaporato l'odore dell'attesa, il sottile incrinarsi del vento tra le pieghe di un sogno celato... infine ho chiuso gli occhi, li ho riaperti nei tuoi e ho continuato il cammino. Conosciamo la strada?

2 soffi di vento:

  1. Addio, ma con me
    sarai, verrai dentro
    una goccia di sangue che circolerà nelle mie vene,
    o fuori, bacio che mi brucia il volto
    o cinturone di fuoco nella mia cintola.
    Dolce mia, accogli
    il grande amore che uscì dalla mia vita
    e che in te non trovava territorio
    come l'esploratore sperduto
    nell'isola del pane e del miele.
    Io ti trovai dopo
    la tormenta,
    la pioggia lavò l'aria
    e nell'acqua
    i tuoi dolci piedi brillarono come pesci.
    Adorata, vado alle mie battaglie.
    Graffierò la terra per farti una grotta
    lì il tuo Capitano
    t'attenderà con fiori nel letto.
    Non pensar più, mia dolcezza,
    al tormento
    che passò tra di noi
    come un fulmine di fosforo
    lasciandoci forse la sua bruciatura.
    Venne anche la pace, perché torno
    a lottare alla mia terra,
    e poiché ho il cuore completo
    con la parte di sangue che mi desti
    per sempre,
    e poiché
    reco
    le mani piene del tuo essere nudo,
    guardami,
    guardami,
    guardami per il mare, che vado raggiante,
    guardami per la notte che navigo,
    e mare e notte sono gli occhi tuoi.
    Non sono uscito da te quando m'allontana.
    Ora ti racconterò:
    la mia terra sarà tua,
    vado a conquistarla,
    non solo per darla a te,
    ma per tutti,
    per tutto il mio popolo.
    Un giorno il ladro uscirà dalla sua torre.
    E l'invasore sarà espulso.
    Tutti i frutti della vita
    cresceranno nelle mie mani,
    prima abituati alla polvere da sparo.
    E saprò accarezzare i nuovi fiori,
    perché tu m'insegnasti la tenerezza.
    Dolce mia, adorata,
    verrai con me a lottare a corpo a corpo
    perché nel mio cuore vivono i tuoi baci
    come bandiere rosse,
    e se cado, non solo
    mi coprirà la terra,
    ma questo grande amore che mi recasti
    e che visse circolando nel mio sangue.
    Verrai con me,
    in quell'ora ti attendo,
    in quell'ora e in tutte le ore,
    in tutte le ore ti attendo.
    E quando verrà la tristezza che odio
    a bussare alla tua porta,
    dille che io ti attendo;
    e quando la solitudine vorrà che cambi
    l'anello in cui sta scritto il mio nome,
    di' alla solitudine che parli con me,
    che io dovetti andarmene
    perché sono un soldato,
    e che là dove sono,
    sotto la pioggia o sotto
    il fuoco,
    amor mio, t'attendo,
    t'attendo nel deserto più duro
    e presso il limone fiorito:
    in ogni parte dove sia la vita,
    dove la primavera sta nascendo,
    amore mio, t'attendo.
    Quando ti diranno « Quell'uomo
    non t'ama. » , ricorda
    che i miei piedi son soli in quella notte, e cerca
    i dolci e piccoli piedi che adoro.
    Amore, quando ti diranno
    che t'ho dimenticata, e anche se
    sarò io a- dirlo,
    quando io te lo dirò,
    non credermi
    chi e come potrebbe
    reciderti dal mio petto,
    e chi raccoglierebbe
    il mio sangue
    quando verso di te m'andassi dissanguando?
    Me neppure posso
    dimenticare il mio popolo.
    Vado a lottare in ogni strada,
    dietro ogni pietra.
    Anche il tuo amore m'aiuta:
    È un fiore chiuso
    che ogni volta mi empie del suo aroma
    e che s'apre d'improvviso
    dentro di me come una grande stella.
    Amore mio, è notte.
    L'acqua nera, il mondo
    addormentato, mi circondano.
    Poi verrà l'aurora,
    e nel frattempo io ti scrivo
    per dirti: « Ti amo » .
    Per dirti: « Ti amo » , cura,
    pulisci, innalza,
    difendi
    il nostro amore, anima mia.
    Io te lo lascio come se lasciassi
    un pugno di terra con semi.
    Dal nostro amore nasceranno vite.
    Nel nostro amore berranno acqua.
    Forse arriverà un giorno
    in cui un uomo
    e una donna, uguali
    a noi,
    toccheranno questo amore, e ancora avrà forza
    per bruciare le mani che lo toccheranno.
    Chi fummo? Che importa?
    Toccheranno questo fuoco,
    e il fuoco, dolce mia, dirà il tuo semplice nome
    e il mio, il nome
    che tu sola sapesti, perché tu sola
    sulla terra sai
    chi sono, e perché nessuno mi conobbe come una,
    come una sola delle tue mani,
    perché nessuno
    seppe come, né quando,
    il mio cuore stette ardendo:
    solamente
    i tuoi grandi occhi grigi lo seppero,
    la tua grande bocca,
    la tua pelle, i tuoi seni,
    il tuo ventre, le tue viscere
    e l'anima tua che io risvegliai
    perché restasse
    a cantare fino alla fine della vita.
    Amore, t'attendo.
    Addio, amore, t'attendo.
    Amore, amore, t'attendo.
    Così questa lettera termina
    senza nessuna tristezza:
    sono fermi i miei piedi sulla terra,
    la mia mano scrive questa lettera lungo la strada,
    e in mezzo alla vita sarò
    sempre
    vicino all'amico, di fronte al nemico,
    col tuo nome sulle labbra,
    e un bacio che giammai
    s'allontanò dalla tua bocca.

    P.Neruda lettera lungo la strada.

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  2. Soffre di più chi sempre attende
    di chi mai ha atteso nessuno?

    Dove finisce l'arcobaleno,
    nella tua anima o nell'orizzonte?

    Pablo Neruda, XLII, Libro delle domande

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