Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

lunedì 7 luglio 2014

Profanazioni

Salvador Dalì, Segnali d'angoscia. 1934.

Macchiata di luce azzurra
porpora dentro il respiro
vene amaranto denso
cenere lungo un sospiro.

Vetri d'argento gli occhi
infranti sulla memoria
mani di terra assenti
sguardo che si scolora.

Pelle d'inganno i sensi
oro che più non cola
nervi e capelli al vento
voce che non consola.

15 soffi di vento:

  1. metti il solito tocchetto de burro in anteprima
    ed il messaggio scorre più facilmente nelle cervici
    dell'immaginifico
    bobbolo
    thajano

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    1. Ehm... cerco di capire il senso del commento da ieri, fraticello, senza esito...

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  2. Ehi, credevo di avere la panza, ma pure questa non scherza.

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  3. Risposte
    1. Grazie! Il tuo blog promette bene, buon inizio

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    2. grazie a te per essere passata :)

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    3. Eh, ma se tu mi citi Fëdor vuoi che non mi entusiasmi? ;-)

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  4. bellissima Ale...un pò angosciante, perchè se posso chiedere?
    invece la solita dissacrante Silviana, ma per fortuna sua è sempre
    divertente.

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    1. Grazie S. Certo che puoi chiedere!
      La risposta è: non lo so. La mia vena poetica è sempre quella. Scrivo solo quando le parole urgono per uscire. Immagino scenari che poi mi chiedono di essere raccontati.
      Ho tante emozioni nel cervello, parole, personaggi, frammenti di anime. Così scrivo. E sempre seguendo quelle scie trovo gli artisti che completano quello che le parole descrivono.
      Nulla di autobiografico, insomma, ma pur sempre personale.

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    2. lo so che le poesie non possono spiegarsi, se non in senso emotivo, ma sono contenta che non è nulla di autobiografico. l' abbinamento l'avevo già notato.:) e sei molto brava a farlo.

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    3. :-) sei un tesoro!
      Avevo immaginato il possibile accostamento al mio vissuto, ma in questo caso no. Al momento vivo un periodo decisamente felice.

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    4. c'è posta per te, amalio

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    5. Uelà, Amaliuccio! Ti rispondo nel pomeriggio.

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