Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

venerdì 3 febbraio 2012

La lavoratrice precaria



Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti!

Speravo una mattin di lavorare
quando ho visto la Discordia in mezzo al mare
era un transatlantico senza motore
e sventolava una bandiera tricolore.
All’isola del Giglio s'è fermata
ha fatto un bell’inchino e s'è incagliata.
S'è incagliata sui tagli alla scarsella
a cui i leghisti mosser fiamme e guerra.

Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti!

Leghisti e un comunista mosser guerra
urlando: “Guai a chi tocca la scarsella!”.
Ad uno ad uno li guardai nel viso
tutti con la bava ed il sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane
speraron di fregarci pure il pane
e li sentii mandare un solo grido:
“Il vitalizio è nostro e garantito!”.

Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti!

Con gli occhi scuri ed i capelli radi
uscì dal folto gruppo di quei ladri.
Mi feci ardita e gli guardai le mani
stringeva margherite come pani
e 13 milioni di quattrini
per finanziare acquisti clandestini.
“Di soldi abbisognavo per davvero
per questo li ho rubati per intero”.
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: “V'aiuti 'l Signore”.

Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti!

Quel giorno disperai di lavorare
e dietro a lor mi misi a camminare.
Dai monti riecheggiò fino alla riva
un monito deciso che avvertiva:
“La gioventù lo perda questo vizio
è noia avere un posto proprio fisso”.
Sgomento serpeggiò tra quegli astanti.
“Che voglion – si dicevan – tutti quanti?”
I giovani un impiego per la vita?
Bestemmia tal non si era mai sentita”.
Mi ripetevo: “Guarda ad esser buoni,
finisce li prendiam con i forconi”.

Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti!

Eran trecento non voller fuggire
parean tremila e non voller morire.
Non voller morir senza lottare
né senza le poltrone abbandonare.
Inganni, privilegi, sotterfugi
ci tolser la speranza senza indugi,
ma quando al popol togli la speranza
lui si ribella e il fuoco poi s’avanza.
S’avanza fiamma indomita e distinta
la vita è nostra e non l’avrete vinta!

Son circa trecento, son vecchi e distorti e non sono morti! 


liberamente ispirata a La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini

.

12 soffi di vento:

  1. ah, così hai deciso di contaminare questo posto, allora posso rimettermi la vecchia maschera da cretino?

    RispondiElimina
  2. Ma certo! Non impedisco la libera espressione dei commentatori... tanto commentate comunque come vi pare alla faccia del contenuto più o meno serio dei post ^_^

    RispondiElimina
  3. Aleee! Rivoluzionaria! (non me l'aspettavo)

    RispondiElimina
  4. Ehhhhhhhhhh, riservo sempre un sacco di sorprese! Bentornato, latitante
    :-P

    RispondiElimina
  5. Grazie del ben tornato.. Ma evitiamo di darmi del latitante, vista la serata del 1° dell'anno passata in caserma!

    RispondiElimina
  6. Naaa, niente arresto, solo una ramanzina perchè a 27 anni non puoi rompere l'anima a tutti con i petardi... :)

    RispondiElimina
  7. l'Italia ha la classe politica che si merita

    RispondiElimina
  8. Non so se l'Italia abbia la classe politica che merita, sicuramente ha quella che è stata (non poi così democraticamente) eletta.

    RispondiElimina
  9. Il testo è già bello, ma se trovi qualcuno che te la mette in musica diventa un cult...

    RispondiElimina
  10. Perché non lo fai tu?
    Magari sfondiamo ^_^

    RispondiElimina

Soffia qui