Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

lunedì 28 marzo 2011

Appunti di viaggio - Ogni cosa racconta una storia


Foto: Ale
12 marzo 2011 - Val Pusteria

Ogni cosa ha un'anima, basta aver gli occhi per vederla. Non occorre la fantasia quando si ha il cuore disposto ad accogliere frammenti di bellezza sparsi sul nostro cammino. Ogni cosa racconta una storia, se ci si dispone all'ascolto.
Parlano le pietre una lingua minerale lenta e solenne.
Parlano gli alberi del bosco, ruvidi di antica saggezza.
Parlano le foglie secche sul sentiero, scricchiolanti e autunnali.
Parlano le nodose radici, con timbro basso e borbottante.
Parlano i ruscelli, cristallini e ridenti, una lingua argentina di liquido senso.
Parla la neve, con la maestà del silenzio e cristalli di luce rubati al sole.
Parla il vento una lingua che semina e raccoglie, una lingua che unisce e disperde, con la poesia di un ricordo tatuato addosso.

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8 soffi di vento:

  1. Questa è poesia coi controcazzi! (Mi rendo conto del tono inappropriato ma non trovavo altro modo per dire che spacca i culi, la cosa non sta andando migliorando!)

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  2. ^_^ il concetto di fondo è chiarissimo, grazie!!!

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  3. Sono felice ci siano persone che si rendono ancora conto che tutto ciò che ci circonda ha una sua anima, una sua vita.
    Felice di averti letta!

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  4. Come ho scritto, ogni cosa racconta una storia... io leggo le storie nel vento, nella sabbia, nei fili d'erba e negli ultimi raggi del tramonto... leggo storie perché sento che ogni cosa vive... e racconta...
    Felice che ti sia piaciuta ^_^

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  5. Dobbiamo assolutamente ribellarci a questa omologazione implicita, determinata dalla globalizzazione che standardizza i desideri rendendo gli individui delle cosiddette masse bobbolari, identici nei bisogni, ma poco capaci di desiderare oltre ciò che è presentato nei vari spot pubblicitari.
    Il bobbolo dovrebbe essere guidato dalla cultura a spezzare questa infame globalizzazione che lo sta schiacciando nella fantasia peggio di un qualsiasi regime totalitario, per non dire comunista.
    Peccato che la cultura ha poco spazio in prima serata
    Pace e bene

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  6. Non credo che il problema sia la globalizzazione in sé, ma l'uso distorto che se ne fa... c'è da dire che il bobbolo non vuole dotarsi di strumenti critici e che magari gli va bene così...
    Concordo sull'educazione alla cultura... e quella si può fare dal basso... non occorre guardare la tv o desiderare che passino dalla tv dei contenuti culturali... si può sempre decidere di spegnere quel tasto e accenderne altri... ma bisogna desiderarlo e pensare che esista altro oltre all'appiattimento e alla mediocrità che serpeggiano al di là del video...

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  7. Purtroppo non vi sono mezzi penetranti come la televisione.
    Allora la rivoluzione dovrebbe partire dalle scuole, fin dalle elementari ed invece non fanno altro che aumentare il peso degli zaini per guadagnare su dei poveri analfabeti che escono dalla quinta elementare senza alcuna conoscenza, per non parlare dell'insegnamento della poesia e dell'apprenderne qualcuna a memoria, se no si opprime loro il cervello.
    L'essere tutti ignoranti è stata una grande conquista bobbolare, tanto i ricchi portano i loro figli dai gesuiti

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  8. Ahimè... è terribilmente vero... smantellare la scuola è stato il primo passo... ne verranno altri... i tempi sono maturi... ed è sotto gli occhi di tutto il risultato...

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