Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

domenica 20 dicembre 2009

A te, in un pomeriggio d'inverno

Foto: Ariel

Mio dolce amico,
impugno la penna e tento di tracciare sottili strade d'inchiostro, che raggiungano il tuo cuore gentile, che arrivino alle porte del tuo dolore, che coprano la distanza che ci separa.
Entro in punta di piedi in un luogo che purtroppo mi è familiare. Non busso alla tua porta. Non voglio che tu mi apra. Resto fuori ad aspettare che il tempo trascorra. Resto fuori con le parole che vorrei dirti. Resto fuori sapendo che non ci sono parole. Resto fuori a parlare con te dentro al mio cuore. E' il mio modo d'esserti vicino.
Non si è mai pronti, per quanto ci si possa preparare, a lasciar andare chi si ama. Non si è pronti proprio perché si ama e chi ama non vuol perdere il suo amore.
Non voglio dirti nulla sul dolore. Non posso dire nulla che tu non stia già provando e che tu non conosca profondamente.
Quel che voglio dirti riguarda l'amore... l'unica forza in grado di trasformare le cose e dare un senso nuovo a tutto, persino alla morte.
Quando una calda notte di giugno lo portò via, senza lasciarmi il tempo di dargli un ultimo bacio, senza potergli dire quanto lo amassi, senza poter abbracciare la sua voce così dolce, il suo profumo, la sua fragilità, non ci furono lacrime, ma una specie di limbo in cui galleggiavo sospesa tra passato e presente, senza riuscire a provare nulla.
Quell'anno non festeggiai il Natale, chiusa in sentimenti che non comprendevo, incapace di provare qualcosa... chi ama non è disposto a perdere. Chi ama non può smettere di amare. Ma le vie che l'amore sceglie di percorrere per toccarci l'anima sono spesso imprevedibili.
Così lo stupore mi disegnò un sorriso negli occhi quando, nel giorno di quello che un tempo si festeggiava come il suo compleanno, apparve lei. Piccola, delicata, si faceva largo tra foglie e spine, minuscola e bellissima. Decise di sbocciare ai primi di maggio quella rosa dal bianco sorriso che lui amava e che aveva piantato e accudito.
Fu allora che compresi e, comprendendo, diedi un senso diverso alle cose... perché lui è parte di me, vive nel mio cuore e in chi sono, nell'attenzione per l'infinitamente piccolo, nel gusto della ricerca, nella passione per la conoscenza, nelle storie senza fine e nella poesia del mare... e perché ogni maggio ritorna a sorridermi e quella rosa bianca è il suo modo per continuare a dirmi che mi ama.
La morte distrugge il corpo, separa ciò che si manifesta nel mondo fisico, ma non ha il potere di recidere legami, spezzare sentimenti, soffocare l'amore.
L'amore permane, nonostante tutto, e per me ha l'aspetto di una rosa, per te sarà quel che il tuo cuore sentirà appartenergli.
Ciò che importa è saperlo riconoscere e accogliere... e anche il dolore avrà un senso diverso...
Un dolce abbraccio,
Ale

4 soffi di vento:

  1. il peso del ricordo che ha i contorni del vissuto

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  2. Auguri a te ed ai tuoi cari, animali inclusi, purchè piccoli e graziosi.

    Pace e bene

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  3. Eccomi qui in lacrime dopo aver letto questo tuo post che mi ha toccato il cuore. Perchè io non riesco a reagire alle perdite, non riesco ad affrontarle. Semplicemente. Non ci riesco. Un bacio grande coccolissima.

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