Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

sabato 1 settembre 2007

Tempi

Salvador Dalí. The Persistence of Memory. 1931. Oil on canvas. 24.1 x 33 cm. The Museum of Modern Arts, New York, NY, USA.

Esiste un tempo per vivere, un tempo per morire. Il tempo della vita, rocambolesco e stridente, furente di soli e lune, arrampicato in cima, sulla vetta più alta, ad attendere che il vento passi e prosciughi anche questo cielo. Il tempo della vita, a volte lento e greve, altre volte spietato e gelido oppure in fiamme, divorato da suoni, odori, colori. È tutto troppo carico di tempo.

Vortici dolci d’ombra, leggere maschere di vetro e poi silenzio e luce oppure buio, non importa. Il tempo della morte non ha suoni, odori, colori; è il tempo dell’assenza, il tempo in cui la luna scompare e il nostro cielo perso è trafitto da stelle bambine.

Ognuno ha il suo tempo, l’ebbrezza o la quiete, il sogno o l’oblio. Il mio tempo è di carta, racchiuso in un grumo di pioggia, circondato dalla notte e dal mare, dalle onde liquide di un universo sepolto. Il mio tempo è l’abbandono e la pietra, il dolore che lacera l’anima, un corpo che non mi appartiene. Il mio tempo è una strada perduta in autunno, nel secco fruscio delle foglie, tra una partenza e il ritorno.

Esiste il tempo del dolore, che brucia il sangue e trattiene immobile una vita d’ombra. È il tempo dell’invisibile, perché chi ti guarda da fuori, da lontano, senza vederti, senza sapere chi sei, non sa se esisti o no e perché trattieni il fiato, perché sei stanco di vivere ma non di sorridere, perché i tuoi occhi hanno altre vite, altri tramonti da disegnare. Questo tempo di carta e lacrime, dolore e freddo, oscurità e parole, in cui tu sei altro, ma nessuno lo sa.

Il mio tempo d’ombra, d’assoluto e d’immenso, di creazione e rovina, di oscurità e frammenti di nuvole e luce, occhi in cui credevi, senza sapere che dietro non c’è un ricordo, soltanto il vuoto, il vuoto di una ragione messa lì per far tacere il vento, le domande, il vuoto di una ragione sterile che non sa sognare, il vuoto di una ragione senza memoria, senza credo, senza estremi fra cui vivere e morire, una ragione pallida e indifferente, una ragione che non mi appartiene.

Esiste un tempo per vivere, un tempo per morire… e poi esiste il mio tempo senza tempo, in cui io sono un piccolo cristallo di sogni, frantumato in minuscole schegge di cielo da un vento che soffia da sud.

0 soffi di vento:

Soffia qui