Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

mercoledì 25 luglio 2007

A te...

Dedico il mio sonetto preferito a coloro che molto hanno perso perché molto hanno amato... perché quella lacrima che piangono in fondo all'anima possa salvare quel che resta sotto forma diversa... perché una speranza di vita nasca anche quando tutto sembra essere morto e privo di luce...

René Magritte. La Condition humaine. 1933. Oil on canvas. 100 x 81 cm. The National Gallery of Art, Washington, DC, USA.




SONETTO XCIV

Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.

Non voglio che vacillino il tuo riso né i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.

È una casa sì grande l'assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell'aria.

È una casa sì trasparente l'assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò nuovamente.
Pablo Neruda, Cento sonetti d'amore

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