Quarta cronaca - Incubo

Osservo trasparente il tempo che scorre tra onda e onda.
Sotto la superficie di questo vuoto d'ombra, sfoglio i giorni morenti, come petali di rose tradite.
Galleggio appena sotto l'onda, con l'acqua che mi riempie i polmoni, col respiro spento e inevitabile.
Ingoio il gelo della menzogna, la parodia di parole sfumate, lo sciogliersi lento e incostante di sentimenti mai nati.
Mi lascio andare lentamente... lentamente... sul fondo. Vorrei essere in grado di non provare nulla... nulla. Vorrei che mi strappassero il cuore e ne facessero stracci di pietra.
Si addensa la polvere sul mio sorriso... si spengono gli occhi.
Buio.
Non vedo nulla.
Sento solo il battito - fermatelo, vi prego - di questo cuore sordo, di questo cuore cieco, di questo cuore che pulsa.
Buio.
Battiti di pioggia.
Sono lacrime che scivolano lontano... lontano.
Tu sei così distante.
L'oscurità mi avvolge.
Io sono acqua.
Che tutto abbraccia e confonde.
Io sono acqua.
Che scivola senza senso in frammenti di sguardi e ritorni di vento.