Giorgia Meneghel, Senza titolo. Olio su tela. 100x70 cm. 2009. Collezione privata |
Io ho paura.
Una paura terrificante dei sentimenti. Sia di provarli che di perderli.
Perché mi conosco e, nel bene e nel male, sono totalizzante.
Per questo mi riesce bene disegnare distanze, erigere muri, tracciare confini, allontanare persone. All'interno della scatolina d'argento in cui ho rinchiuso il mio cuore niente può toccarmi, nulla può ferirmi. Le sensazioni arrivano attutite e conservo uno spazio tra me e loro, uno spazio in cui respiro, uno spazio in cui mi accoccolo e riesco a dormire.
Poi accade che, non si sa come, non si sa perché, qualcuno trovi la chiave per aprire la scatolina e il mio piccolo cuore è lì, che pulsa nudo, alla luce della luna. E poiché è un cuore che non pensa né riflette, che non conosce strategie né pianifica azioni, fa quello che ogni cuore è destinato a fare: comincia a battere.
Nonostante le ammaccature e una ferita ancora aperta sul lato sinistro, quello sciocco del mio cuore non può fare a meno di battere. Non contento di essere già stato ampiamente spezzato e sbriciolato. No, lui è di quelli che non conservano memoria delle offese se non nelle ferite che si ritrova a dover cucire con pazienza infinita e con fili di ingenuità.
Ma resta pur sempre un cuore e un cuore non può fare a meno di battere, sempre che non venga rinchiuso in un cofanetto d'argento e fatto addormentare nel silenzio. Il problema dei cuori come il mio però, risiede proprio lì, nella scatolina che lo separa dal mondo. Una volta aperta, funziona un po' come il vaso di Pandora... insieme al battito del cuore vengono liberate tutte le paure che mi porto dentro, tutte le insicurezze, tutte le angosce di non farcela.
Perché, sembrerà assurdo, sono molto più ferrata nell'affrontare l'infelicità che nel gestire la felicità. Lo ammetto, la possibilità di essere pienamente felice mi terrorizza. Ho costruito piccole oasi di felicità che dipendono solo da me. Le controllo e funzionano. Ho sempre un piano B a disposizione e mi ripeto che qualunque cosa accada troverò il modo di affrontarla e di essere felice a modo mio. Perché io so essere felice a modo mio.
Tuttavia, quando la felicità non dipende da me, ma da qualche sconsiderato che, non si sa come, non si sa perché, è riuscito ad aprire quella dannata scatolina, ecco, va a finire che perdo il sonno per due notti di fila...
Riuscirò, come nel mito, a richiuderla trattenendo sul fondo l'ingannevole Speranza?
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Perché, sembrerà assurdo, sono molto più ferrata nell'affrontare l'infelicità che nel gestire la felicità. Lo ammetto, la possibilità di essere pienamente felice mi terrorizza. Ho costruito piccole oasi di felicità che dipendono solo da me. Le controllo e funzionano. Ho sempre un piano B a disposizione e mi ripeto che qualunque cosa accada troverò il modo di affrontarla e di essere felice a modo mio. Perché io so essere felice a modo mio.
Tuttavia, quando la felicità non dipende da me, ma da qualche sconsiderato che, non si sa come, non si sa perché, è riuscito ad aprire quella dannata scatolina, ecco, va a finire che perdo il sonno per due notti di fila...
Riuscirò, come nel mito, a richiuderla trattenendo sul fondo l'ingannevole Speranza?
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"la possibilità di essere pienamente felice mi terrorizza" e magari sei come me che quando hai una gioia tra le mani ti senti in colpa verso chi non ha la tua stessa fortuna eh?! Come sento mie le tue parole...sai che ti dico? In pittura ho imparato che non esiste l'ombra se non c'è la luce...non esiste la felicità se non c'è il dolore...non avrebbe senso la notte se non esistesse il giorno...dipendono l'uno dall'altro...se chiudi nella scatolina il tuo cuore gli eviti la sofferenza ma anche la gioia...l'amore e la felicità :D
RispondiEliminabaci
Diciamo che non mi sento in colpa, perché sono molto più abituata a soffrire che a gioire... il punto è la perdita di una felicità che non dipende da me. Perdita già ampiamente sperimentata... è quello che mi fa più paura. Ripetere l'esperienza.
RispondiEliminaPerò, come dici tu, non c'è luce senza ombra... forse si tratta solo di fidarsi e affidarsi.
Un bacione e grazie per avermi fatto postare il dipinto ^_^
Io credo che ci siano felicità che puoi crescere e coltivare in solitudine, ma altre, più dense e ricche, che si raggiungono solo se si ha il coraggio e la consapevolezza di mettersi in gioco con un'altra persona, sapendo che la possibile felicità vale il rischio del possibile dolore.
RispondiEliminaE'la vita, ma non posso rinunciare alla speranza di essere felice, per la paura di star male - anche se mi è successo tante e tante volte.
due notti solamente
RispondiEliminahee, ma allora sei migliorata
(ottimo il piano B, piccola, guai a farsi cogliere impreparati, dopo i 30 si capisce)
@ testaingiù: leggo e faccio mie le tue parole... devo (solo?) smetterla di avere paura. Credo di potercela fare (spero). Non mi piace vivere a metà...
RispondiElimina@ Fracatz: vero che sono migliorata? Sarà che è da due notti che ho realizzato il pericolo... ma stanotte dormirò, lo giuro! Dopo i 30 se si decide di esporsi al rischio lo si fa davvero solo se ne vale la pena...
la felicità è una scelta. non aver paura di essere felice.
RispondiEliminaQuindi tu dici che in un certo senso la felicità si può gestire?
RispondiEliminaIo sono molto razionale e le mie riflessioni fanno talmente baccano che spesso il battito del cuore non riesco neanche a sentirlo.
Però sono buona, almeno questo :)
Bacio
Chiudi gli occhi e buttati nel vuoto.
RispondiEliminaNulla sarà comunque peggio del non averlo fatto.
@ Greis: tu sei buonissima!!! ^_^
RispondiElimina@ MP: tanto se poi alla fine piango sarete voi a passarmi i fazzolettini ;-P