Salvador Dalì, Segnali d'angoscia. 1934. |
Macchiata di luce azzurra
porpora dentro il respiro
vene amaranto denso
cenere lungo un sospiro.
Vetri d'argento gli occhi
infranti sulla memoria
mani di terra assenti
sguardo che si scolora.
Pelle d'inganno i sensi
oro che più non cola
nervi e capelli al vento
voce che non consola.
metti il solito tocchetto de burro in anteprima
RispondiEliminaed il messaggio scorre più facilmente nelle cervici
dell'immaginifico
bobbolo
thajano
Ehm... cerco di capire il senso del commento da ieri, fraticello, senza esito...
EliminaEhi, credevo di avere la panza, ma pure questa non scherza.
RispondiEliminaAvrà mangiato fagioli.
EliminaMa no, è al quarto mese.
Eliminabellissima..
RispondiEliminaGrazie! Il tuo blog promette bene, buon inizio
Eliminagrazie a te per essere passata :)
EliminaEh, ma se tu mi citi Fëdor vuoi che non mi entusiasmi? ;-)
Eliminabellissima Ale...un pò angosciante, perchè se posso chiedere?
RispondiEliminainvece la solita dissacrante Silviana, ma per fortuna sua è sempre
divertente.
Grazie S. Certo che puoi chiedere!
EliminaLa risposta è: non lo so. La mia vena poetica è sempre quella. Scrivo solo quando le parole urgono per uscire. Immagino scenari che poi mi chiedono di essere raccontati.
Ho tante emozioni nel cervello, parole, personaggi, frammenti di anime. Così scrivo. E sempre seguendo quelle scie trovo gli artisti che completano quello che le parole descrivono.
Nulla di autobiografico, insomma, ma pur sempre personale.
lo so che le poesie non possono spiegarsi, se non in senso emotivo, ma sono contenta che non è nulla di autobiografico. l' abbinamento l'avevo già notato.:) e sei molto brava a farlo.
Elimina:-) sei un tesoro!
EliminaAvevo immaginato il possibile accostamento al mio vissuto, ma in questo caso no. Al momento vivo un periodo decisamente felice.
c'è posta per te, amalio
EliminaUelà, Amaliuccio! Ti rispondo nel pomeriggio.
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