Sfumato nel blu

Peter Wileman, Violet Horizon

Ho bevuto un sorso di cielo e poi un altro e un altro ancora, fino a riempirmi la gola di stelle, fino a sentire le loro punte d'argento rasparmi l'anima, per soffocare le grida.

Ho ridipinto d'azzurro le pareti del mio dolore, per dare luce all'abisso, eppure il gorgo mi sovrasta e spesso mi sprofonda di sogni.

Non sempre il buio annienta, a volte un manto notturno custodisce e nasconde, guarisce i silenzi e le ferite d'ombra che non sanguinano più, pur continuando a bruciare, sottili, tra la pelle e un desiderio perduto. Ma dalla luce spietata chi può fuggire?

Passo il pennello intriso di colore su lacrime trasparenti, su giorni d'ira, tra le pieghe di un tempo che non mi appartiene, sulla superficie porosa dei ricordi, sulle note stridenti dei pensieri, su quel che era e non sarà, nelle rughe che la memoria ha inciso sulla pietra, tra le pagine secche dei libri, sopra un sorriso rappreso di pioggia.

Coloro il tempo che non avrò, per conservare un frammento di bellezza, ma il dolore non muta d'accento, il vento continua a soffiare, pulsante, vivo, lucido di rabbia, stravolto di paura, sfumato nel blu.