Perché la parola è vento, principio primo dell'essere, scintilla dell'infinito

mercoledì 5 maggio 2010

Quel che manca e che resta

Mi manca il tuo sorriso, il modo in cui mi accarezzavi i capelli.
Mi mancano i tuoi occhi blu, immersi nelle profondità del tempo, a scandire emozioni e ricordi sbiaditi.
Mi manca la tua voce dal dolce accento marchigiano e le parole che si legavano alle immagini che io, bambina, cucivo nel quaderno della memoria.
Mi mancano le tue mani, che trafficavano il legno e inventavano storie.
Mi manca il tuo profumo, che ogni tanto ritorno a sentire in quel cassetto ricoperto di polvere.

Non ho perduto la poesia del mare, che hai saputo scrivere nella mia anima con la tua presenza.
Non ho perduto la capacità di stupirmi e di scoprire cose diverse, da quando mi hai trasmesso la tua voglia di conoscere il mondo e di guardarlo sempre con occhi nuovi.
Non ho perduto il senso di solitudine e silenzio, che accompagnavano i tuoi giorni lontano da me.
Non ho perduto la fantasia e il gusto di ascoltare le storie, fin da quando i tuoi racconti di vita si sono impressi dentro di me, come incisi nel legno.
Non ho perduto il sorriso e la malinconia, che vedevo scolpiti su di te, da tempo immemorabile.

Quel che mi hai lasciato è un'eredità d'Amore che va oltre gli anni e gli eventi.
Quel che mi hai lasciato è ciò che ha fatto di me la donna che sono diventata.
Quel che mi hai lasciato è una piccola rosa bianca tra le mani, che fiorisce nel giorno in cui sei nato tu e che torna, ogni maggio, a donarmi quell'abbraccio che tanto mi manca, mio dolcissimo nonno...



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